Il Vangelo di oggi e il commento. Mercoledì VII Settimana del Tempo Ordinario

Dal Vangelo secondo Marco 9,38-40.

Giovanni gli disse: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava i demòni nel tuo nome e glielo abbiamo vietato, perché non era dei nostri». Ma Gesù disse: «Non glielo proibite, perché non c'è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito dopo possa parlare male di me. Chi non è contro di noi è per noi.






Commento al Vangelo di :

Pio XII, papa dal 1939 al 1958
Enciclica Mystici Corporis Christi

« Glielo abbiamo vietato, perché non era dei nostri »


È di somma opportunità che teniamo di mira lo stesso Gesù come insuperabile modello di amore verso la Chiesa. Anzitutto, cerchiamo d’imitare l’estensione di tale amore. Unica è la Sposa di Cristo, e questa è la Chiesa: eppure l’amore dello Sposo divino ha tale ampiezza che, senza escludere alcuno, nella sua Sposa abbraccia tutto il genere umano. La causa infatti per cui il Salvator nostro sparse il suo sangue, fu appunto per riconciliare con Dio nella croce tutti gli uomini, per quanto diversi di nazione e di stirpe, e farli congiungere in un unico Capo. Il vero amore della Chiesa esige quindi non solo che siamo vicendevolmente solleciti l’uno dell’altro (Rm 12,5), come membri dello stesso Corpo, che godono della gloria degli altri membri e soffrono dell’altrui dolore (1 Cor 12,26), ma che altresì negli altri uomini, sebbene non ancora a noi congiunti nel Corpo della Chiesa, riconosciamo fratelli di Cristo secondo la carne, chiamati insieme con noi alla medesima eterna salvezza.

Purtroppo, specialmente oggigiorno, non mancano coloro che nella loro superbia esaltano l’avversione, l’odio, il livore come qualcosa che elevi e nobiliti la dignità e il valore umano. Noi però, mentre vediamo con dolore i funesti frutti di tale dottrina, seguiamo il nostro pacifico Re, che ci insegnò ad amare non solo quelli che non sono della nostra nazione e della nostra stirpe (Lc 10,33-37), ma persino i nemici (Lc 6,27-35). Noi, con l’animo penetrato del soavissimo sentimento di san Paolo, con lui esaltiamo quale e quanta sia la lunghezza, la larghezza, l’altezza e la profondità dell’amore di Cristo (Ef 3,18); quell’amore, cioè, che nessuna diversità d’origine e di costumi può fiaccare, che neppure l’immensa distesa dell’oceano può attenuare; e che finalmente neppure le guerre, siano esse intraprese per causa giusta o ingiusta, potranno mai distruggere.

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