Martedì della XIII settimana del Tempo Ordinario. Approfondimenti





San Cirillo di Gerusalemme (313-350), vescovo di Gerusalemme, dottore della Chiesa
Catechesi, n° 10


« Chi è mai costui ? »


Chi vuole onorare con vera devozione il Padre adori il Figlio, perché il Padre non ne accetta altra adorazione. Lo fece intendere il Padre quando, facendo risuonare la sua voce, disse: «Questo è il mio Figlio diletto nel quale mi sono compiaciuto». Sì, il Padre si è compiaciuto del Figlio: se non si compiacerà anche di te, non avrai la vita... Riconosci pure che c'è un solo Dio, ma sappi pure che vi è un Figlio di Dio, l'Unigenito... Professa la tua fede «in un solo Signore nostro Gesù, Figlio di Dio, unigenito» (Credo). Diciamo «in un solo Signore Gesù Cristo» perché risulti unica la sua filiazione anche se molti sono i suoi nomi...

È chiamato «il Cristo» [cioè l'Unto], perché unto non da mani umane ma dal Padre fin da tutta l'eternità come sommo sacerdote per gli uomini... Lo chiamiamo «Figlio dell'uomo», non in quanto nato per generazione terrena come ciascuno di noi, ma perché verrà sulle nubi per giudicare i vivi e i morti. Lo chiamiamo «Signore», non in senso traslato come si chiamano signori alcuni uomini, ma in quello per cui si chiama Signore per natura e dall'eternità solo «Gesù» [cioè «il Signore salva»], nome che significa la sua opera di salvatore e di medico. Lo diciamo «Figlio di Dio» per natura e non per adozione.

Molti sono gli appellativi che diamo al nostro Salvatore... Molteplici sono le forme che il Salvatore prende nei suoi interventi per ciascuno di noi. Si fa infatti «vite» per chi ha bisogno di gioia, «porta» per chi deve entrare, «sommo sacerdote» e «mediatore» per chi deve offrire preghiere, «agnello» per tutti quelli che sono in peccato e per cui egli si è immolato. Rimane per natura nella dignità sovraeminente della sua filiazione immutabile, ma si fa «tutto a tutti» adattandosi alle nostre debolezze come medico davvero buono e maestro compassionevole.




Beato Charles de Foucauld (1858-1916), eremita e missionario nel Sahara 

« Perché avere paura ? »

        Figlioli, qualunque cosa vi succeda, ricordatevi che sono sempre con voi. Ricordatevi che, che io sia visibile o invisibile, che sembri agire oppure dormire, veglio sempre, sono dovunque, sono onnipotente. Non abbiate nessuna paura, nessuna inquietudine : sono qui, sto vegliando, vi voglio bene, posso tutto... Cosa di più vi occorre ? ...Ricordatevi di quelle tempeste sedate con una sola mia parola, subito seguite da una grande bonaccia. Abbiate fiducia, fede e coraggio ; state senza inquietudine, sia per il vostro corpo che per la vostra anima, poiché sono qui, onnipotente e benevolente.

        Però la vostra fiducia non nasca dalla noncuranza, dall'ignoranza dei pericoli o dalla fiducia in voi stessi o in altre creature. In effetti, correte pericoli imminenti. ; I demoni, nemici forti e furbi, la vostra natura peccatrice e il mondo stesso vi fanno una guerra furiosa... E in questa vita, la tempesta è quasi continua, e la vostra barca sempre sul punto di affondare. Tuttavia, non dimenticatevi, io sono qui ; con me, questa barca è insommergibile ! Diffidate di tutto, e sopratutto di voi stessi, però abbiate in me una fiducia totale che scacci ogni inquietudine.


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