Giovedì della IV settimana del Tempo Ordinario



San Massimo il Confessore afferma
che dal momento della creazione dell’uomo e della donna,
la volontà umana è orientata a quella divina
ed è proprio nel “sì” a Dio che la volontà umana
è pienamente libera e trova la sua realizzazione.
Purtroppo, a causa del peccato, questo “sì” a Dio si è trasformato in opposizione:
Adamo ed Eva hanno pensato che il “no” a Dio fosse il vertice della libertà,
l’essere pienamente se stessi.
Gesù al Monte degli Ulivi riporta la volontà umana al “sì” pieno a Dio…
La sua volontà umana è attirata dentro l’Io del Figlio,
che si abbandona totalmente al Padre.
Così Gesù ci dice che solo nel conformare la sua propria volontà a quella divina,
l’essere umano arriva alla sua vera altezza, diventa “divino”;
solo uscendo da sé, solo nel “sì” a Dio,
si realizza il desiderio di Adamo, di noi tutti,
quello di essere completamente liberi.

Benedetto XVI, Udienza dell’1 febbraio 2012




Dal Vangelo secondo Marco 6,7-13.

Allora chiamò i Dodici, ed incominciò a mandarli a due a due e diede loro potere sugli spiriti immondi. E ordinò loro che, oltre al bastone, non prendessero nulla per il viaggio: né pane, né bisaccia, né denaro nella borsa; ma, calzati solo i sandali, non indossassero due tuniche. E diceva loro: «Entrati in una casa, rimanetevi fino a che ve ne andiate da quel luogo. Se in qualche luogo non vi riceveranno e non vi ascolteranno, andandovene, scuotete la polvere di sotto ai vostri piedi, a testimonianza per loro». E partiti, predicavano che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano di olio molti infermi e li guarivano. 


Il commento

L'annuncio del Vangelo è una porta aperta, quella del Paradiso sprangata da quell'alba oscura dell'umanità. L'annuncio del Vangelo dischiude un cammino di ritorno, la speranza di ritrovare la strada di casa, la propria casa, il Paradiso. L'annuncio del Vangelo giunge ovunque il sudore della fronte e i dolori del parto assediano la vita dell'uomo, e vi depone un seme di libertà. L'annuncio del Vangelo risuona laddove le nostre vite si sbriciolano come polvere, quella di cui siamo fatti, quella a cui il fluire dei giorni e il dolore che li accompagna ci fa ritornare. Il Vangelo plana sull'incontenibile nostalgia di del Paradiso perduto. Per questo il Signore invia i Dodici ad annunciare la conversione, il ritorno alla Verità. Li manda nudi, li manda di due in due, li manda conferendo loro il potere sugli spiriti immondi; li manda come Adamo ed Eva prima del peccato: liberi, senza difese, né pane e né denaro, abbandonati alla provvidenza del Padre, come Adamo ed Eva prima di mangiare la disobbedienza; li manda semplici e ingenui come colombe, innocenti come Adamo ed Eva prima di ascoltare e accogliere le parole ingannatrici; li manda in coppia perché “non è bene che l’uomo sia solo” e a mostrare così la comunione e l'amore originari, come Adamo ed Eva prima di accusarsi e separarsi; li manda con il potere di sottomettere i serpenti, lo stesso conferito ad Adamo ed Eva; li manda come messaggeri del Paradiso, immagine e somiglianza di Colui che li invia, primizie che recano il profumo del nuovo Adamo, segni credibili della vita pensata da Dio per ogni uomo, l'intimità semplice e beata radicata nell'obbedienza dell'amore.

Giungono oggi anche alla nostra vita gli apostoli, inermi dinanzi alla nostra libertà. Bussano alle nostre vite per consegnarci le chiavi della casa da cui siamo stati cacciati, dalla quale siamo scappati. Le loro parole, i loro segni, la loro stessa figura ci annunciano il destino per il quale siamo stati creati. Giungono come angeli, i cherubini che avevano chiuso e difeso le porte del Paradiso ci recano oggi l'annuncio che attendiamo da sempre: "Non è qui, è risorto!". Sulla soglia della tomba gli angeli ci testimoniano il prodigio capace di cambiare la nostra vita: Cristo è risorto, la sua obbedienza ha distrutto il male ed il maligno, ispiratore dell'inganno che ci ha fatto perdere il Paradiso. E’ rovesciata la pietra che ci ha precluso il passo all'amore, al perdono, all'offerta della vita, all'obbedienza; la pietra del sepolcro non tornerà a rapirci la vita, per sempre. Ma siamo liberi, e possiamo rifiutare il dono e la Grazia, per rimanere polvere da scuotere da sotto i sandali, come facevano i giudei rientrando da un viaggio in territorio pagano, per significare di non avere niente a che fare con il mondo "impuro" dei gentili: la conseguenza di chi si chiude all'annuncio del Vangelo è proprio quella di restare fuori dal Paradiso, dal Regno di Dio che si è avvicinato attraverso gli apostoli, per continuare la misera vita offerta dal mondo schiavo della corruzione e della morte. 
Ascoltiamo allora l'annuncio del Vangelo, come Maria, la nuova Eva, lasciamoci attrarre e ricreare dal cuore di Cristo, per essere sanati dall'olio del suo Spirito, soffio di Vita eterna. E' Lui la carne della nostra carne, ossa delle nostre ossa, per Lui riceviamo in dono la libertà compiuta, nella quale offrire il nostro “sì” a Dio e ogni uomo, amando e spandendo nel mondo la fragranza del Paradiso che tutti desiderano.



APPROFONDIMENTI

Benedetto XVI. Li mandò a due a due a predicare il Vangelo





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