Sabato della IV settimana del Tempo di Quaresima






La verità cristiana è attraente e persuasiva 
perché risponde al bisogno profondo dell’esistenza umana, 
annunciando in maniera convincente 
che Cristo è l’unico Salvatore di tutto l’uomo e di tutti gli uomini. 
Questo annuncio resta valido oggi 
come lo fu all’inizio del cristianesimo, 
quando si operò la prima grande espansione missionaria del Vangelo.

Papa Francesco, Discorso ai Cardinali, 15 Marzo 2013



Dal Vangelo secondo Giovanni 7, 40-53 

In quel tempo, all'udire le parole di Gesù, alcuni fra la gente dicevano: «Questi è davvero il profeta!». Altri dicevano: «Questi è il Cristo!». Altri invece dicevano: «Il Cristo viene forse dalla Galilea? Non dice forse la Scrittura che il Cristo verrà dalla stirpe di Davide e da Betlemme, il villaggio di Davide?». E nacque dissenso tra la gente riguardo a lui. Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno gli mise le mani addosso. Le guardie tornarono quindi dai sommi sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: «Perché non lo avete condotto?». Risposero le guardie: «Mai un uomo ha parlato come parla quest'uomo!». Ma i farisei replicarono loro: «Forse vi siete lasciati ingannare anche voi? Forse gli ha creduto qualcuno fra i capi, o fra i farisei? Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!».
Disse allora Nicodèmo, uno di loro, che era venuto precedentemente da Gesù: «La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?». Gli risposero: «Sei forse anche tu della Galilea? Studia e vedrai che non sorge profeta dalla Galilea». E tornarono ciascuno a casa sua.


Il commento


"Mai un uomo ha parlato come parla quest'uomo!": nessun filosofo, nessun politico, nessuna madre e nessun padre, nessun fidanzato, nessun figlio, nessun prete. Nessuno, parlandoci, ha sfiorando con tanta dolcezza e misericordia le nostre più aspre sofferenze. Solo Dio poteva scendere sino al punto più profondo e nascosto del nostro cuore, perché solo Lui lo conosce interamente. Le parole di cui avevamo bisogno non potevano cadere da un Cielo troppo lontano. Così come non potevano essere così umane come quelle di cui saremmo capaci anche noi. Dovevano essere parole celesti dette da una bocca umana; le parole di un Uomo che usa le parole degli uomini ma non parla come ogni altro uomo. Gesù, la cui divinità è celata nella debolezza di una carne come la nostra, proprio parlandoci rivela il suo potere, il suo essere Dio. Lui è la "Parola fatta carne" che "è venuta ad abitare in mezzo a noi" per condividere la nostra stessa vita: "Dio, il vero Dio, Creatore di tutto, ha percorso come uomo le nostre strade, entrando nel tempo dell’uomo, per comunicarci la sua stessa vita" (Benedetto XVI). Nel seno di Maria ha udito le prime parole umane, nella Santa Famiglia di Nazaret ha appreso a ripeterle, nel cuore del suo popolo le ha sentite risuonare colme di angosce, speranze, gioie e dolori. Il Figlio di Dio "ha imparato dalle cose che ha patito" a coniugare la Parola del Padre in una parola umana: come ha assunto la nostra carne, così ha assunto il nostro linguaggio, per colmarlo del senso autentico, l'unico capace di risuonare nel cuore di ogni uomo come la Verità tanto attesa. Per questo, le parole di Gesù generano la Pace che abbiamo smarrito, la gioia a cui tendiamo, l'amore che mendichiamo. Le sue Parole creano la novità della vita nel caos dell'esistenza. All'ascoltarle ne percepiamo la forza dirompente che ci spinge all'Amen che le accolga, per sperimentare, gratuitamente, il loro compimento. Ma il pericolo è sempre dietro l'angolo, dove si nasconde, instancabile, il nemico della Verità. Quello di cui non si avvedono le "menti" dei giudei, sempre d'una spanna più in alto, sapienti secondo la carne e incapaci d'essere semplici. Anche in noi, gli inganni carnali del demonio possono indurci a tirare il freno sulle apparenze, a scrutare perversamente le Scritture in cerca di ragioni alla nostra ragione, e cedere allo scandalo di fronte alle parole di un povero figlio di falegname, in bottega sino ad ieri e oggi a insegnare. Parole troppo semplici, proprio quelle che dovrebbero schiudere allo stupore e alla felicità; troppo umane per chi ha ormai il cuore
diviso. La divisione, opera del diavolo che significa appunto il divisore, sorge dall'incapacità di penetrare il mistero di Gesù, la stessa incapacità di stupore di chi non ha mai sperimentato un amore che sorprende nella sua gratuità. Il mistero di Gesù è la sua intimità con il Padre, un amore abbandonato alla sua volontà al punto che ogni gesto, ogni parola, ogni sguardo non è altro che l'incarnazione visibile, percepibile e sperimentabile di quel Dio che nessuno ha mai visto. Solo chi ha dimestichezza con lo stringente bisogno di amore, può cogliere questo mistero. Solo la semplicità, la povertà di spirito, l'umiliazione dei giorni, la nudità e l'indigenza dell'anima possono intuire, e desiderare, l'amore capace di rispondere, curare, consolare, perdonare, saziare

Il paradosso del rifiuto dei giudei si riassume nella maledizione che, secondo loro, pesa sul popolo che non conosce la Legge. Il Popolo che non sa leggere, che soffre, piange, pecca. La maledizione degli impuri, dei pubblicani, delle prostitute, dei ladri, dei pastori, di quanti vivono nell'ombra di morte. Tutti questi non conoscono la Legge, non hanno la forza per osservare i precetti della tradizione, per loro è già troppo il peso di ogni giorno. La storia li ha umiliati, e questo, agli occhi dei capi e degli intelligenti, dei religiosi e dei moralisti, è il segno inequivocabile della maledizione divina. Ma proprio per loro Dio si è fatto maledizione. Per loro Dio ha preso una carne perchè fosse appesa ad un legno, la croce da cui ciascuno di loro, disprezzato e rifiutato, potesse ricevere gratuitamente la benedizione.Per questo è solo la semplicità del bisogno che può accogliere la luce dell'amore che illumina la Verità e fa semplici le cose. Pane al pane e vino al vino. Amore al peccatore e vita ad un morto. Libertà ad uno schiavo, felicità ad un infelice. La Buona Notizia predicata ai poveri. Il figlio di Giuseppe, il falegname venuto da Nazaret ha carne e sangue, occhi, orecchie e bocca, mani e piedi; attraverso di essi ha ascoltato, guardato, parlato, camminato e toccato e guarito. In Lui Dio ha amato di un amore concreto, quell'amore di Padre visibile nel Figlio è giunto ai poveri, ai maledetti. Sino all'estremo, al dono di quella carne e di quel sangue perchè ogni carne ed ogni sangue fossero attirati nello stesso amore che vince la morte. Gli orfani hanno incontrato il Padre, quel Figlio così umano, così prossimo e buono, misericordioso e compassionevole, ha aperto loro le porte della sua intimità; Gesù ha accolto ogni figlio senza padre, e nel suo amore concreto, che si fa pane da mangiare, in quell'esperienza unica, rivela, presenta, gli fa conoscere suo Padre, l'origine della sua vita. Rivelando se stesso, Gesù accompagna ogni uomo a scoprire anche la fonte della sua esistenza, la stessa del Figlio di Dio. In Lui ogni uomo può scoprire la sua origine, l'unica che coincida con l'aspirazione del suo cuore, con ogni fibra del suo essere, come due pezzi di un puzzle finalmente combacianti, trovati tra i mille provati e riprovati. Ecco, deve essere stata proprio questa l'ineffabile esperienza di Pietro a Cesarea; condotto da Gesù sino a quel momento della solenne professione di fede, attraverso la sua presenza, le parole annunciate, i miracoli compiuti, e la stessa ordinarietà della sua vita quotidiana, Pietro scopre in quel rabbì e amico, come in un lampo di luce tra la nebbia, la natura soprannaturale, la sua origine celeste. "Voi, chi dite che io sia?": la domanda su di Lui, in fondo, è anche il quesito circa la stessa identità degli apostoli, ed è un parlare come nessuno ha mai parlato, la domanda sfuggita mille volte e, in quell'istante, giunta finalmente come libertà e verità. Come nella trasfigurazione, Pietro riconosce il Padre nel volto del Figlio, ed è l'approdo, la pace, la rivelazione che illumina la sua vita. Proprio perchè ha conosciuto Gesù come uomo lo può riconoscere come Dio! Proprio perchè lo ha visto tante volte, ha mangiato con lui, ha conosciuto sua madre, sa di dove viene, proprio perchè è un galileo come luisuo amico, una carne del tutto identica alla sua, Pietro comprende, per una Grazia del Cielo, che tutto ciò che riguarda Gesù riguarda anche lui Il destino che attendeva il Maestro era lo stesso del discepolo, perchè provenienti dalla stessa origine, figli dello stesso Padre. Da questa esperienza, da questa professione, sorgerà poi in Pietro il combattimento, apparirà lo "scisma" nei suoi pensieri: aveva riconosciuto Dio nella carne, ma il suo pensiero non era ancora quello di Dio, lo contrastava e rifiutava la croce. Avrebbe dovuto camminare ancora dietro a Gesù, sino alle rive del Mare di Galilea, sino all'amore figlio del perdono, l'unico capace di accordare la rivelazione celeste con la vita nella carne. Sarà infatti il Figlio risorto dalla morte ad accogliere Pietro nel perdono del Padre, nelle viscere di misericordia che lo libereranno dalla paura e dai limiti carnali per inviarlo sul suo stesso cammino con destino la croce, la vita del figlio nel Figlio diletto nel quale il Padre si compiace. Così anche il Vangelo di oggi è per noi la Buona Notizia di cui abbiamo bisogno. Se sperimentiamo oggi la stessa maledizione del Popolo, la stessa fatica di vivere che si fa ignoranza della Legge, se i comandamenti sono divenuti per noi un abito che non possiamo indossare, se siamo precipitati a terra e non riusciamo a risolvere nulla, se, come per Pietro, il cammino della croce ci appare assurdo, il Figlio di Giuseppe, Gesù che viene da Nazaret ci viene incontro, ci guarda, ci ama. In Lui possiamo oggi ritrovare ogni centimetro della nostra vita, ogni fallimento della nostra storia; in Lui è aperta per noi, gratuitamente, la porta alla sua intimità con il Padre, la nostra origine che ci illumina il destino identico a quello di Gesù, il mistero pasquale che trasfigura in un fascio di luce la nostra storia; in Lui oggi possiamo trovare pace, nella misericordia e nell'amore.





Nessun commento: