14 settembre. Esaltazione della Santa Croce

"La pedagogia di Dio che non si pente di aver creato l'uomo libero"

Commento al Vangelo della XXIV domenica del Tempo Ordinario

Takamatsu,  (Zenit.orgDon Antonello Iapicca 

"Bisognava far festa". Ma dov'è la festa nella nostra vita? Shows televisivi, discoteche, e alcool e droghe, e fine settimana sulla neve, e le liturgie delle domeniche allo stadio, e …
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Altissimo glorioso Dio,
illumina le tenebre de lo core mio
e damme fede retta, speranza certa e carità perfetta,
senno e conoscimento,
Signore, che io faccia lo tuo santo e verace comandamento.

San Francesco. Preghiera davanti al Crocifisso





Dal Vangelo secondo Giovanni 3,13-17


Eppure nessuno è mai salito al cielo, fuorchè il Figlio dell'uomo che è disceso dal cielo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna». Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui.


Il commento

La nostra salvezza, la pienezza della nostra vita, la gioia e la pace sgorgano da una sola fonte: la Croce del Signore Gesù Cristo. Non si tratta di dire molte parole. E' una semplice questione di amore. Innanzi tutto del suo amore. Se oggi, contemplando la Croce, non ci sentiamo amati, se non cominciano a scendere rivoli di lacrime per una profonda compunzione, significa che non abbiamo ancora compreso e sperimentato l'amore di Dio. E la Croce non è altro che un segno tra tanti, che ci lascia poco più che indifferenti. Proviamo oggi a fermarci dinanzi ad un crocifisso. In silenzio, fissare quel Legno, e aspettare che ci parli. Lasciare che l'amore infinito che ha innalzato il Signore percuota il nostro cuore, ci mostri senza sconti la nostra realtà, la povertà e la debolezza, i peccati e la morte che portiamo dentro. Lasciamoci accompagnare sui sentieri della verità, umilmente, senza difese.

E lì, al fondo della verità su noi stessi conosceremo l'amore di Dio. E' nella verità che parla Cristo Crocifisso. Quella Croce è il nostro specchio. Ma è anche ed ancor prima, l'immagine più fedele e perfetta di Dio. E' questa la notizia capace di toglierci il fiato, di spezzarci il cuore. Come un diamante incastonato nella roccia il suo amore appare luminoso e puro tra le nostre debolezze, al fondo dei nostri peccati. I chiodi inflitti nella carne del Signore sono i nostri peccati concreti, ma quel sangue benedetto che ne è scaturito li trasforma in segni splendenti della sua misericordia. Così la corona di spine, così le battiture, i flagelli, le frustate, così quel Legno assassino. Tutto reca impresso il nome dei nostri peccati, ma, nel folle amore di Dio, tutto porta inciso anche il suo Nome, che è misericordia, tenerezza, pazienza, dolcezza, riscatto, dono, Vita, pace, felicità. Laddove è abbondato il peccato ha sovrabbondato la Grazia. Laddove concupiscenze e menzogne, furti ed omicidi, invidie e maldicenze hanno solcato e ferito a morte la carne benedetta del Signore, come un fiume di misericordia il suo sangue ha bagnato e cancellato. 

Questa è l'esaltazione della Santa Croce, il perdono, la misericordia. Lui innalzato oggi dinnanzi a ciascuno di noi, straziato dai nostri peccati è offerto al nostro sguardo, agli occhi del nostro cuore come il segno del puro amore di Dio. Guardarlo, fissarlo e credere che non c'è peccato che possa vincere il suo amore. Accettare e riconoscerci peccatori significa accogliere il suo amore e lasciare che il suo sangue scorra a purificare il nostro cuore, la nostra mente, le nostre membra, come ha purificato ed esaltato nella Gloria quel Legno che da maledizione è trasformato in benedizione.

Così ogni croce che nel cammino d'ogni giorno ci inchioda e ci fa piccoli è esaltata nello stesso amore e nella stessa misericordia. L'esperienza del perdono, la contemplazione della Croce di Gloria del Signore è la stessa contemplazione della nostra Croce. Ed è possibile oggi, ed ogni giorno, fare l'esperienza di San Francesco, sentirci abbracciati dall'amore infinito di Cristo, diamante incastonato in ogni evento, in ogni dolore, in ogni fallimento. Contempliamo oggi la Croce del Signore e contempliamo la nostra Croce, senza paura, con umiltà e nella verità, per scoprire glorioso il Legno che ha innalzato Cristo come quello che, ogni giorno, innalza nella Gloria la nostra esistenza. Perché la sua Croce è la nostra Croce, la sua esaltazione è la nostra esaltazione.



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