Sabato della I settimana del Tempo di Quaresima





Amare i nemici


Perfezionismo? No assolutamente. La perfezione cristiana è il "compimento": perfetto è colui che è compiuto. Sulla Croce "Tutto è compiuto". Solo consegnando se stesso sino all'ultimo respiro, il Signore ha potuto pronunciare queste parole, anticipate e profetizzate nel gesto con il quale si è chinato a lavare i piedi ai suoi discepoli, amati sino alla fine, letteralmente, sino al compimento. La perfezione sgorga da un cuore squarciato per amore, ai piedi dei nemici, servo dei malvagi, in fondo alla fila, alle spalle del peggiore della storia, del più sanguinario, del più abietto. Ultimo per rovesciare l'ordine della carne e della giustizia umana: dietrofront!, e gli ultimi, i peccatori, siano i primi, dietro il primo che ha vinto la morte e il peccato ed è entrato trionfante nel Paradiso. Mentre il mondo - e noi in esso - condanna e giustizia ogni nemico, e gli si muove guerra, sino all'annientamento. Ci sono momenti nei quali cominciamo a litigare, e l'ira comincia a scorrere con il sangue, e frigge la testa, e si secca la bocca, e tremiamo, e niente, non ci si ferma. L'altro deve essere polverizzato, le sue idee triturate. Ecco, quando ci capita questo, davanti abbiamo un nemico. Può essere l'amore della tua vita come il vicino di pianerottolo. Ma il Signore ci dice di amarlo il nemico, e la sua Parola è verità, l'unica ragionevole e realistica. E perché mai sarebbe ragionevole amare e lasciarmi uccidere dal nemico? Ma siamo matti? Se non "resisto" mio figlio ne farà sempre di peggio. Ah si? Guardati bene e vedi se il tuo cuore non è macchiato dal risentimento e dal giudizio. Altro che educazione... E' il tuo io di padre che deve sopraffare l'io del figlio, perché è giusto così. Eh no, la natura nuova di Cristo capovolge tutto e ci svela quale sia la via autentica dell'amore, l'unica ragionevole. Sì, è ragionevole amare il nemico, ed è il segno di un cuore "perfetto" perché Dio ci ha salvati così. Perché non c'era niente altro da fare che "salutarci" alla maniera di un ebreo, annunciandoci la Pace e il perdono come Cristo risorto, mentre lo sfuggivamo intenti ai nostri peccati. Anzi, per farci tornare a casa, nella vita vera, ci ha cercato per dirci "Pace!" mentre gli muovevamo guerra e il suo amore ci era totalmente indifferente, intenti a saziarci di passioni e concupiscenze. Se non ci avesse amato così non ci avrebbe strappato al demonio. Per amare non servono a nulla leggi, anche se le "abbiamo udite" e, tutte, ci dicono "amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico". Se Gesù avesse applicato questa legge con noi, dove saremmo?  Invece non solo ci ha amato così come siamo, dandoci il sole anche quando facevamo malvagità, e pioggia alle nostre piantagioni di odio. Non ci ha fulminati, togliendoci la vita; ci ha amato, come nessuno, continuando a darci il respiro, e l'ossigeno, perché lì, nella melma di peccato, sarebbe sceso ad abbracciarci e a perdonarci. Come fece con il ladrone sulla Croce: s'era fatto inchiodare allo stesso supplizio per salvarlo. Questo amore è il sigillo della conversione. Questa natura è per noi in questa Quaresima: "Quando l’intero essere dell’uomo si è, per così dire, mescolato all’amore di Dio, allora lo splendore della sua anima si riflette anche nell’aspetto esteriore" (Giovanni Climaco). Lasciamoci mescolare all'amore di Dio in questo tempo! E come? Nella Chiesa, nell'ascolto della Parola, nutrendoci dei sacramenti, nella comunione con i fratelli, corpo vivo di Cristo, e poi digiunando, pregando e facendo elemosina. Soprattutto restando sulla Croce di ogni giorno con Cristo. Siamo "perfetti", cristiani compiuti e realizzati nell'amore, solo nascosti tra le sue ferite d'amore. Trafitti dalla sua misericordia diventiamo noi stessi le sue ferite aperte sul mondo, segno di salvezza, vita e perdono per ogni uomo. Le nostre piaghe quotidiane unite alle sue piaghe sono la perfezione che salva il mondo. Disprezzati, rifiutati, insultati, derisi, licenziati, trattati ingiustamente sul lavoro, e poi da mogli e mariti, suocere, figli, nipoti, nuore e generi. Così, ogni nemico diviene fratello di Cristo e di ciascuno di noi. Offrire il sangue è consegnare la consanguineità anche all'estraneo, al nemico. E' una trasfusione di vita, natura e dignità. E' il miracolo dell'amore: il nemico combattuto diventa mio fratello, parte della mia famiglia, della mia casa. Vuoi recuperare il rapporto con tua moglie che non ti parla da due settimane? Vuoi tornare ad essere una cosa sola con lei? "Mescolati" con Cristo e poi offrile il tuo sangue, perdonala, parlale con misericordia, accompagnala al supermercato, rinuncia a te stesso, fai un gesto di umiltà, lava il bagno, inginocchiati davanti a lei e chiedile di scusarti. Vuoi che tua figlia ricominci a parlare e si apra con te? Non giudicarla, scendi dove lei si trova, ascoltala anche se dice tonterie infantili, aprile il cuore perché sappia che tu la ami così come è. In questa Quaresima possiamo dunque preparaci alla Pasqua lasciando che Cristo ci mescoli a sé e trasformi la nostra vita nell'amore perfetto che si fa Pasqua per accogliere di nuovo tutti i nemici dispersi.






    






L'ANNUNCIO
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. 
Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? 
Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste”.
 (Dal Vangelo secondo Matteo 5, 43-48)







Perfezionismo? No assolutamente. La perfezione cristiana, quella che incontriamo nel vangelo di oggi, è piuttosto il "compimento": perfetto è colui che è compiuto. Sulla Croce "Tutto è compiuto". Solo consegnando se stesso sino al'ultimo respiro, il Signore ha potuto pronunciare queste parole, anticipate e profetizzate nel gesto con il quale Gesù si è chinato a lavare i piedi ai suoi discepoli, amati sino alla fine, letteralmente, sino al compimento. Esso appare dunque nella sua vita offerta per perdonare. La perfezione è distesa tra due braccia aperte in un abbraccio misericordioso. La perfezione sgorga da un cuore squarciato per amore. Amore allo stato purissimo, raffinato nel crogiuolo della sofferenza. Vino pigiato nel tino della storia. Ai piedi dei nemici, servo dei malvagi, ultimo dietro l'ultimo uomo. In fondo alla fila, alle spalle del peggiore della storia, del più sanguinario, del più abietto. Ultimo per rovesciare l'ordine della carne e della giustizia umana, dietrofront!, e gli ultimi, i peccatori, siano i primi, dietro il primo che ha vinto la morte e il peccato ed è entrato trionfante nel Paradiso. L'ultimo, il ladrone crocifisso accanto a Gesù, il primo dietro di Lui: "Oggi sarai con me in paradiso". Mentre il mondo - e noi nel mondo - condanna e giustizia ogni nemico al quale si muove guerra, sino all'annientamento. Ma Lui ci dice di amarlo il nemico, e la sua Parola è verità, l'unica ragionevole e realistica. Già qui ed ora si compie in noi, nemici di Dio intenti, ogni giorno, ad ammazzare chi si mette di traverso sul nostro cammino, smarrendo per via pazienza, perdono e amore. Noi, obesi di malvagità, amati e riamati infinitamente. La nostra vita perduta, ma riscattata e compiuta nel suo perdono. Le sue braccia aperte sono anche oggi il nostro rifugio, la nostra perfezione. Siamo perfetti, compiuti solo nascosti tra le sue ferite d'amore"È lì che questa verità può essere contemplata. E partendo da lì deve ora definirsi che cosa sia l'amore. A partire da questo sguardo il cristiano trova la strada del suo vivere e del suo amare" (Benedetto XVI, Deus caritas est n.12). 

Trafitti dalla sua misericordia diventiamo noi stessi le sue ferite aperte sul mondo, segno di salvezza, vita e perdono per ogni uomo: "Chi vuol donare amore, deve egli stesso riceverlo in dono. Certo, l'uomo può diventare sorgente dalla quale sgorgano fiumi di acqua viva. Ma per divenire una tale sorgente, egli stesso deve bere, sempre di nuovo, a quella prima, originaria sorgente che è Gesù Cristo, dal cui cuore trafitto scaturisce l'amore di Dio" (Benedetto XVI, ibid n.7). Le nostre piaghe quotidiane unite alle sue piaghe sono la perfezione che salva il mondo. Disprezzati, rifiutati, insultati, derisi, licenziati, trattati ingiustamente sul lavoro, e poi da mogli e mariti, suocere, figli, nipoti, nuore e generi. Lì, inchiodati alla nostra croce siamo perfetti. Laddove nessuno saluta e si vuole celare il sole e trafugare la pioggia ai malvagi, laddove il mondo cancella gli ingiusti, i figli del Padre celeste offrono la vita, gratuitamente, senza sperare nulla. Laddove il mondo odia, i discepoli dell'Amore amanoE' Lui vivo in noi che ama ogni uomo, e scende all'ultimo posto, servo di questa generazione per aprire il Cielo ad ogni nemico, nel suo sangue trasformato in amico. Di più, ogni nemico è fratello agli occhi di Cristo, come lo siamo stati noi, appena un secondo fa... O Ieri. O come lo saremo domani.  "Allora imparo a guardare quest'altra persona non più soltanto con i miei occhi e con i miei sentimenti, ma secondo la prospettiva di Gesù Cristo. Il suo amico è mio amico. Al di là dell'apparenza esteriore dell'altro scorgo la sua interiore attesa di un gesto di amore, di attenzione... Io vedo con gli occhi di Cristo e posso dare all'altro ben più che le cose esternamente necessarie: posso donargli lo sguardo di amore di cui egli ha bisogno" (Benedetto XVI, ibid n.18). Gli occhi di Dio, che ama ciascun uomo donando a tutti il necessario, senza distizione alcuna, sono gli occhi di Gesù posati su questa umanità attraverso i nostri stessi occhi. Lo sguardo d'amore che ha folgorato Matteo, che tutti ci ha coinvolto in un cammino di conversione e di gioia. La quaresima ne è un paradigma, il segno dell'opera di Dio in ciascuno di noi: l'amore che polverizza il vecchio cuore di pietra per donarci un cuore di carne, il cuore di Cristo. La nostra vita è così trasformata nella Pasqua dei nemici divenuti fratelli di Cristo, coeredi con Lui perché figli dello stesso Padre, figli della misericordia.








αποφθεγμα Apoftegma


Chi accoglie il Signore nella propria vita 
e lo ama con tutto il cuore è capace di un nuovo inizio. 
Riesce a compiere la volontà di Dio: 
realizzare una nuova forma di esistenza 
animata dall’amore e destinata all’eternità. 
Se siamo veramente consapevoli di questa realtà, 
e la nostra vita ne viene profondamente plasmata, 
allora la nostra testimonianza diventa chiara, 
eloquente ed efficace. 
Un autore medievale ha scritto: 
«Quando l’intero essere dell’uomo si è, per così dire, 
mescolato all’amore di Dio
allora lo splendore della sua anima si riflette anche nell’aspetto esteriore» 
(Giovanni Climaco, Scala Paradisi).

Benedetto XVI, Angelus del 20 febbraio 2012



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