Ascensione del Signore. Anno B





αποφθεγμα Apoftegma


Per innalzare la nostra speranza al suo seguito, 
sollevò anzitutto la sua carne, 
e perché sperassimo che questo sarebbe toccato anche a noi, 
ci precedette con quella natura umana che aveva assunto da noi.

S. Agostino, Discorso 372 



   


L'ANNUNCIO
Atti degli Apostoli 1,1-11. 
Nel mio primo libro ho già trattato, o Teòfilo, di tutto quello che Gesù fece e insegnò dal principio 
fino al giorno in cui, dopo aver dato istruzioni agli apostoli che si era scelti nello Spirito Santo, egli fu assunto in cielo. 
Egli si mostrò ad essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, apparendo loro per quaranta giorni e parlando del regno di Dio. 
Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere che si adempisse la promessa del Padre "quella, disse, che voi avete udito da me: 
Giovanni ha battezzato con acqua, voi invece sarete battezzati in Spirito Santo, fra non molti giorni". 
Così venutisi a trovare insieme gli domandarono: "Signore, è questo il tempo in cui ricostituirai il regno di Israele?". 
Ma egli rispose: "Non spetta a voi conoscere i tempi e i momenti che il Padre ha riservato alla sua scelta, 
ma avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra". 
Detto questo, fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse al loro sguardo. 
E poiché essi stavano fissando il cielo mentre egli se n'andava, ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: "Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che è stato di tra voi assunto fino al cielo, tornerà un giorno allo stesso modo in cui l'avete visto andare in cielo". 


Lettera di san Paolo apostolo agli Efesini 4,1-13. 
Fratelli, vi esorto io, il prigioniero nel Signore, a comportarvi in maniera degna della vocazione che avete ricevuto, con ogni umiltà, mansuetudine e pazienza, sopportandovi a vicenda con amore, 
cercando di conservare l'unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace. 
Un solo corpo, un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. 
Un solo Dio Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, agisce per mezzo di tutti ed è presente in tutti. 
A ciascuno di noi, tuttavia, è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo. 
Per questo sta scritto: Ascendendo in cielo ha portato con sé prigionieri, ha distribuito doni agli uomini. 
Ma che significa la parola "ascese", se non che prima era disceso quaggiù sulla terra? 
Colui che discese è lo stesso che anche ascese al di sopra di tutti i cieli, per riempire tutte le cose. 
È lui che ha stabilito alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e maestri, per rendere idonei i fratelli a compiere il ministero, al fine di edificare il corpo di Cristo, 
finché arriviamo tutti all'unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, allo stato di uomo perfetto, nella misura che conviene alla piena maturità di Cristo. 


Dal Vangelo secondo Marco 16,15-20. 
In quel tempo Gesù apparve agli Undici e disse loro: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura.» 
Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. 
E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno». 
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio. 
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava insieme con loro e confermava la parola con i prodigi che l'accompagnavano. 





Cittadini del Cielo


Gesù ascende al Cielo e ci benedice. Benissimo direte, ma domani è un altro lunedì, e ci attendono il lavoro, la scuola, le mille preoccupazioni, e le sofferenze che nessuno può toglierci. Gesù è asceso al Padre, mentre noi siamo ancora qui sulla terra. E non possiamo far altro che restare con gli occhi incollati al Cielo come i discepoli, stretti in una profonda nostalgia di pienezza, di gioia, di pace e sicurezza. Sì, siamo fatti per il Cielo, lo stiamo capendo proprio perché alla fine nulla ci soddisfa pienamente, ma più di fissarlo non possiamo fare.

Come vivere allora questa precarietà spirituale, questa mancanza originaria, questa incompletezza? Come non soccombere nell'accidia, nella de-moralizzazione, nella disperazione? Entrando nella storia che ci è data, per sperimentare “i segni che accompagnano quelli che credono".  Smettendo di fissare il Cielo restando imprigionati nella sua nostalgia comune a tutte le religioni che, in vari modi, cercano di esorcizzare la morte.

Perché la Solennità di oggi ci annuncia una cosa fantastica: il Cielo inizia sulla terra, e possiamo sperimentare le sue primizie nella vita quotidiana. E non solo: il Cielo lo si gusta nella sofferenza, in quelle occasioni nelle quali la morte ci graffia ricordandoci la sua tragica realtà. Per questo un cristiano vive già assiso con Cristo alla destra del Padre in Cielo proprio perché con Lui entra ogni giorno nella morte. Così tu ed io cresceremo nella certezza che esiste la Vita eterna solo restando con i piedi ben piantati sulla terra. Chi sfugge la storia con le sue difficoltà e sofferenze è destinato invece a dubitare e poi a negare la vita dopo la morte, come accade nel mondo che offre solo povere ed effimere alienazioni.

Fateci caso, i “segni” indicati da Gesù annunciano proprio il suo “potere” sulla morte consegnato alla Chiesa. A coloro che hanno fede, infatti, non sarà risparmiato nulla. Ma, pur “bevendo il veleno” delle tentazioni che uccide chi non ha la vita di Cristo “non recherà loro danno” perché, rinati in Lui, “si comportano in maniera degna della vocazione ricevuta”; “prenderanno in mano i serpenti” smascherando con “l’umiltà, la mansuetudine e la pazienza” le menzogne che ingannano i pagani; restando crocifissi con Cristo “nel suo nome scacceranno i demoni” che inducono a peccare; “parleranno le lingue nuove” dell’amore che “sopporta” e perdona il fratello, distruggendo le barriere che separano gli uomini incapaci di uscire da se stessi e dal proprio egoismo. 

Non si tratta di "conoscere i tempi" di Dio, ma di entrare nella precarietà restando uniti ai fratelli e ai pastori nella comunità cristiana, dove scende copioso lo Spirito Santo che ci fa apostoli e testimoni in questa generazione. Statene certi, ogni "giorno" della storia preparata per noi, sarà quello in cui "vedremo Gesù tornare dal Cielo allo stesso modo in cui lo abbiamo visto andare in Cielo". Ciò significa che nelle sofferenze e nelle difficoltà lo vedremo tornare glorioso e potente nei "segni" che ci accompagneranno, proprio come quando ci ha perdonati e risuscitati con Lui facendoci pregustare nel suo amore le delizie del Cielo. 

Così la Parola di oggi, come in un affresco, dipinge la Chiesa con i colori radiosi della vita celeste. La comunità cristiana, infatti, è il “segno” del Cielo offerto al mondo: come “apostoli, profeti, evangelisti, pastori, maestri” i cristiani vivono sulla terra la vita di Cristo, rivelando a ogni generazione la “perfezione” dell’uomo “nella misura che conviene alla piena maturità di Cristo”. Sappiamo infatti che il “perfetto” non è chi non sbaglia e non cade, ma colui che non manca di nulla, perché vive già al di là del limite della morte. 

“Perfetta” è la Chiesa pellegrina sulla terra, debole e peccatrice nella sua umanità, ma già colma della pienezza del suo Signore che, “ascendendo al Cielo ha distribuito doni” di grazia ai suoi fratelli “riempiendo” del suo amore infinito “tutte le cose”, cioè ogni istante vissuto dai cristiani.  “Perfetto” è dunque chi, con il battesimo, è “disceso” con Cristo nella morte e con Lui è asceso in Cielo.

Coraggio allora, siamo chiamati a vivere in “un solo corpo, un solo spirito, una sola speranza” per “conservare l’unità per mezzo del vincolo della pace” che Cristo risorto ci dona ogni giorno attraverso la sua Parola, i sacramenti e la comunione nella Chiesa. L’amore e l’unità, infatti, sono i “segni” che fanno riconoscere i discepoli di Cristo, che cioè testimoniano la loro ascensione al Cielo, speranza offerta ad ogni uomo.

Siamo figli di uno stesso Padre, “che è al di sopra di tutti, agisce per mezzo di tutti ed è presente in tutti” i cristiani che annunciano “il Vangelo ad ogni creatura”, con la predicazione e la vita nuova nello Spirito Santo. Possiamo “partire” e andare “dappertutto” senza temere più la morte, nella relazione difficile con il coniuge e i figli, in un ufficio pieno di invidie e maldicenze, anche in una malattia terminale, come nella precarietà economica.

Possiamo perché siamo già risorti con Cristo e possediamo le primizie della vita celeste, e dal Cielo le cose della terra si vedono molto più chiaramente... Per questo siamo inviati ogni giorno a “predicare” la vittoria del Signore sulla morte, certi che in ogni circostanza Egli “confermerà” la nostra parola “con i prodigi che l’accompagneranno”. Sì fratelli, nella nostra vita tutto sarà trasformato in “un prodigio” dell’amore di Dio che testimonierà il destino celeste preparato per ogni uomo. 

  

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APPROFONDIMENTI


CONCORDANZE


COMMENTI
Card. Ratzinger. Ascensione

Ratzinger - Benedetto XVI: "L’Ascensione è segno della benedizione. Le mani di Cristo sono diventate il tetto che ci copre"

RATZINGEER -Benedetto XVI: il Regno dei cieli si apre a chi “rinasce dall’alto”

Una riflessione del Card. Ratzinger sull'Ascensione

Card. J. Ratzinger: ASCENSIONE Una nuova vicinanza

S. Fausti. Commento al Vangelo dell'Ascensione di Matteo

don Romeo Maggioni. Si staccò da loro e fu portato verso il cielo

Mons. Caffarra ASCENSIONE DEL SIGNORE

P.R. CANTALAMESSA: MI SARETE TESTIMONI

P.R.Cantalamessa. "Perché state a guardare il cielo?"

dom Prosper Guéranger. ASCENSIONE DI NOSTRO SIGNORE

GIOVANNI PAOLO II. Omelia sull'Ascensione

Giovanni Paolo II. Omelie sull'Ascensione

Paolo VI. Omelia sull'Ascensione

S. Escrivà. "L'Ascensione del Signore in cielo"



PADRI


sant'Agostino. Discorso sull'Ascensione

san Leone Magno. Discorso 2 sull'Ascensione

S. Leone Magno. Sull'Ascensione I

S. Beda il Venerabile. Discorso sull'Ascensione

Giovanni Taulero. Discorso sull'Ascensione

san Gregorio Magno. Omelia sull'Ascensione

san Massimo di Torino. Discorso sull'Ascensione

san Gregorio Palamas. Sull'Ascensione

san Gregorio di Nissa. Ascensione e Cantico dei Cantici

Dal Colloquio con Motovilov di Serafino di Sàrov. Sull'Ascensione



ESEGESI

Gnilka. Esegesi sul Vangelo dell'Ascensione di Matteo

S. Fausti. Commento al Vangelo dell'Ascensione di Matteo



GEOGRAFIA E ARCHEOLOGIA

ASCENSIONE E BETFAGE


ARTE E LITURGIA

IMMAGINI DELL'ASCENSIONE

Icona dell'Ascensione

L'arte cristiana e l'Ascensione: "Gesù come ponte tra cielo e terra" (Osservatore Romano)





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