Venerdì della XI settimana del Tempo Ordinario


Chiamati ad essere lo sguardo celeste di Cristo sul mondo




αποφθεγμα Apoftegma


Hai avuto in me il donatore, rendimi presto debitore... 
Mi dai poco, renderò di più. 
Mi dài beni terreni, te ne renderò di celesti. 
Mi dài beni temporali, ti renderò beni eterni. 
A te renderò te stesso quando avrò restituito te a me.

Sant'Agostino
    


"La lucerna del corpo è l'occhio; se dunque il tuo occhio è chiaro, tutto il tuo corpo sarà nella luce": ecco un altro tratto distintivo del cristiano che il Discorso della Montagna descrive. I figli della luce, infatti, illuminati dalla Pasqua che li ha sottratti alla morte e li ha portati in Cielo con Cristo per vivere sulla terra la sua vita, rivelano con lo sguardo e il corpo un cuore ricolmo di amore. Ma se non abbiamo mai fatto veramente Pasqua con Cristo, se non ci siamo sentiti perdonati e amati così come siamo, se lo abbiamo dimenticato rinunciando a fare memoria di Lui e del suo amore nella liturgia e nel cammino con la Chiesa, allora è impossibile avere uno sguardo luminoso, e continueremo ad accumulare tesori per la corruzione della terra. Gli sforzi, il lavoro, gli affetti, se non sono per il Cielo, sono irrimediabilmente per la terra, ovvero per la corruzione. Chi vive per se stesso, solo per questa vita, è già roso dai vermi: le cose, gli amori, le amicizie, sfuggono, i ladri sono già alla porta pronti a scassinare, mentre lo sguardo, come quello di Caino, si fa torvo. E le parole, e gli atti si impregnano di sfiducia, di rancori, di tristezza inrancidita. ? E ora, "il tuo occhio è malato" segno che, "tutto il tuo corpo è tenebroso". Per questo non possiamo accumulare tesori in Cielo, non possiamo cioè vivere nella gratuità, perché chi accumula per la terra vive nella paura del ladro e della ruggine, e deve difendersi. Il demonio forse ci ha ingannati di nuovo chiudendo il Cielo al nostro sguardo. Allora certo, non possiamo accumulare i nostri tesori in un luogo che non conosciamo o che non ricordiamo. Chi affiderebbe i propri soldi a un banchiere sconosciuto e di cui non può aver fiducia? Dunque Gesù, invitandoci ad "accumulare tesori in Cielo" ci sta dicendo di avere fede in Lui! Di accoglierlo oggi, perché nelle parole di questo Vangelo appare ancora una volta Lui, che ha accumulato in Cielo il suo tesoro più prezioso, ciascuno di noi, tu ed io.


Sì, noi siamo per Gesù più preziosi di se stesso, della stessa sua natura divina. Non l'ha ritenuta, infatti, una preda da difendere, ma se ne è spogliato, per assumere la natura di servo. Ha umiliato se stesso per prenderci laggiù nelle profondità della terra dove abbiamo accumulato i nostri tesori e seppellito le Grazie e la primogenitura, i fratelli e i beni che ci erano stati donati. Ha umiliato se stesso sino alla morte più infamante, perché nessuna infamia, quella che stiamo subendo oggi e ci incupisce lo sguardo, potesse più nuocerci. Ci ha fatti il suo tesoro per diventare il nostro tesoroCon i chiodi della Croce ci ha sigillati nel suo cuore, perché noi potessimo accoglierlo nel nostro cuore. Ci ha presi dagli abissi della morte per riportarci in Cielo. Ci ha perdonato, ci perdona, oggi ora, per riportare, con noi, anche tutti i nostri tesori in Cielo, dove "né tignuòla né ruggine consumano, e dove ladri non scassinano e non rubano". Lassù ha deposto il nostro matrimonio, alla destra del Padre farà anche oggi sedere i tuoi figli, nell'incorruttibilità del suo amore introduce anche te, impaurito dalla vecchiaia. Il tesoro di Cristo è ora nei Cieli, tu ed io e ogni frammento della nostra vita. Come non issare nello stesso posto anche il nostro cuore, come non accogliere il Signore come il nostro tesoro più prezioso e affidargli tutti gli altri perché li custodisca nei suoi forzieri celesti? E' difficile, impossibile all'uomo tentato e attratto dalla terra... Ma c'è la Chiesa, la nostra Madre. Come la Vergine Maria ci insegna a meditare e custodire nel “cuore” tutto quello che non comprendiamo, anche i tesori che il demonio vorrebbe portarci via. In essa ci scopriamo di nuovo amati da Dio, e possiamo ancora rinascere come cittadini del Cielo chiamati a dispensare misericordia con uno sguardo celeste e di pace su chiunque bussi al nostro cuore; gratuitamente abbiamo ricevuto, gratuitamente restituiamo a Dio dando a chi ci chiede, senza avarizia e con magnanimità. Marito, moglie, suocera, collega, tutti coloro che il Signore ha posto al nostro fianco sono i "tesori" affidati alle nostre cure perché siano "accumulati in Cielo". Ogni giorno è un cantiere aperto dove la Croce che ci attende è la gru attraverso la quale issare in Cielo il nostro prossimo. Fratelli, chi è stato liberato dall’avarizia è una goccia d'acqua pura e trasparente che riflette la Patria della libertà. Purificati alla fonte, il nostro sguardo sarà, come quello di Santo Stefano sotto la fitta sassaiola, uno sguardo d'angelo che contemplava il suo tesoro nel Cielo, un riflesso del Destino vero che attende ogni uomo; vivendo nella luce della Pasqua, saremo capaci di guardare con pace e fede anche alle pietre che il demonio ci scaglierà contro, perché chi ha il "tesoro in Cielo", non solo non teme di staccarsi dalla "terra", ma, radicato nell'esperienza delle primizie celesti, desidererà ardentemente di partire per gustarle eternamente e pienamente. E condurvi misteriosamente i tanti Paolo accucciati ad approvare la nostra lapidazione.

QUI IL COMMENTO COMPLETO E GLI APPROFONDIMENTI





L'ANNUNCIO
Dal Vangelo secondo Matteo 6,19-23

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non accumulatevi tesori sulla terra, dove tignuòla e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano; accumulatevi invece tesori nel cielo, dove né tignuòla né ruggine consumano, e dove ladri non scassinano e non rubano. Perché là dov'è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore.
La lucerna del corpo è l'occhio; se dunque il tuo occhio è chiaro, tutto il tuo corpo sarà nella luce; ma se il tuo occhio è malato, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!».







Senza posa, affannati, guardiamo, fissiamo, sogniamo. Lo sguardo, infatti, scruta ciò che il cuore suggerisce, sempre. E gli occhi cercano il tesoro del cuore. Un tesoro luminoso accende lo sguardo di pace e di letizia. Inconfondibile è lo sguardo di chi vive in Dio. E' trasfigurato e reca le tracce splendenti del Cielo, perché gli occhi innamorati di Cristo ne riflettono la mitezza. E ogni gesto e parola parlano di Lui. Oggi, dove abbiamo il nostro tesoro? Da che cosa è attirato il nostro sguardo? Per chi palpita il nostro cuore? Per chi o per che cosa stiamo accumulando? Gli sforzi, il lavoro, gli affetti, se non sono per il Cielo, sono irrimediabilmente per la terra, ovvero per la corruzione. Chi vive per Dio vive per l’eternità, e ogni aspetto della vita, anche il più semplice e apparentemente insignificante, reca il segno dell’amore incorruttibile. Chi vive per se stesso, solo per questa vita, è già roso dai vermi: le cose, gli amori, le amicizie, sfuggono, i ladri sono già alla porta pronti a scassinare, mentre lo sguardo, come quello di Caino, si fa torvo. E le parole, e gli atti si impregnano di sfiducia, di rancori, di tristezza inrancidita. E' dalla nostra esperienza che dobbiamo partire per comprendere le parole di Gesù. Abbiamo "accumulato i tesori sulla terra", hanno fruttato qualcosa? Sono ancora intatti? O qualche ladro ha scassinato i forzieri che abbiamo costruito credendoli a prova di scasso? Non è forse tornato il demonio con sette suoi compagni e, trovando la nostra casa fatta di terra incustodita, ha fatto bottino delle nostre sostanze? Non abbiamo forse fatto come il figlio prodigo, accumulando la nostra parte di eredità per disperderla con gli idoli del mondo? Che ne abbiamo fatto del nostro matrimonio? Dove lo abbiamo custodito? Dove abbiamo "accumulato" le grazie che ci sono state date? Non è che la "tignola e la ruggine" del tempo ha raffreddato l'amore, la pazienza, l'intesa e la tenerezza? Non è che i giorni spesi a fissare la terra, preoccupandosi del lavoro, della casa, della pensione integrativa, delle tasse, della macchina, del condominio, delle vacanze, ci hanno resi inermi di fronte al demonio, e lui, come un ladro, ha piano piano distolto il nostro sguardo dal fissare Cristo e in Lui la sposa e lo sposo? Non è che, attraverso gli affanni e le mormorazioni, i giudizi e i rancori, la sciatteria e la superficialità, il demonio si è introdotto nel nostro cuore e lo ha infettato senza che ce ne accorgessimo. E ora, "il tuo occhio è malato" segno che, "tutto il tuo corpo è tenebroso". Non sai più donarti, hai dimenticato che ti sei sposato per formare una famiglia santa, accogliendo una missione preziosissima. Il corpo che ti è stato donato per essere un riflesso dello splendore di Dio è oscuro, perché schiavo delle concupiscenze. Usi tua moglie, disprezzi tuo marito, vi siete chiusi alla vita strangolati dall'egoismo, perché il ladro vi ha rubato il tesoro che Dio consegna a ogni coppia che si sposa. Non lo avete custodito, non lo avete trafficato e fatto crescere, quel poco che vi è rimasto ha perduto valore, e non vi serve per perdonarvi, scusarvi, ricominciare. Il demonio vi ha rubato la primogenitura come ha fatto con Esaù, sempre con il cuore dissipato, schiacciato dalla concupiscenza, incapace ormai di dar valore al tesoro che aveva, e lo ha barattato per un misero piatto di lenticchie fumanti, capaci solo di saziare la fame di un istante. Così il demonio ruba la Grazia! Ti attira fuori dalla volontà di Dio, senza chiasso, inducendoti a fare a piccoli passi di testa tua. A non ascoltare più, a non curare più i rapporti, a decidere da solo, perché ti ha illuso d'essere come Dio. E ti sei trovato indifeso di fronte alla tentazione, e ora, invece di cercare tua moglie, di chiederle perdono e riconciliarvi, preferisci sfogare i tuoi istinti con la pornografia a buon mercato che trovi in internet. Sei ormai incapace di obbedire, di essere sottomessa a tuo marito, troppo ti ha trascurata no? E tu? Quante volte hai pensato prima a te stessa, ai tuoi diritti calpestati, invece di attingere al tesoro che ti è stato dato, per riconquistare a Cristo e a te l'attenzione di tuo marito? Mai. E ora "la luce che è in te è tenebra" e "quanto grande è la tenebra!». Tanto fitta che non vi vedete neanche più. E i figli, che cosa abbiamo trasmesso loro, la sapienza della terra o quella celeste? Basta guardarli, e non parliamo di peccati che quelli li commettiamo tutti. Parliamo di criteri, di sguardo sulla storia, di scelte e attitudini. Ma come faranno a non accumulare i tesori sulla terra, i doni della grazia e della natura ricevuti da Dio, se gli abbiamo mostrato sempre e solo la terra? Sempre a parlare di soldi, che non ci sono, che bisogna risparmiare, e sono anni che non andiamo tutti insieme a mangiare una pizza. Ed è solo pura avarizia, incredulità e idolatria, perché noi per primi stiamo accumulando tesori dentro una tomba scavata nella terra! Non crediamo che Dio è nostro Padre, no, non esiste il Cielo. E tu ragazzo? Guarda che non è solo per avere dei genitori increduli che il tuo sguardo è torvo come quello di Caino. Guarda che sei libero, pensa al figlio prodigo! Sei in pace, felice di quello che hai? Oppure i tuoi occhi scrutano con insistenza carne e oggetti, emozioni e divertimenti, terra, terra e ancora terra? Ammettilo, il ladro è venuto anche da te e ti ha rubato la gioia, la volontà di studiare, il tesoro di Grazia per donarti e rispettare la tua ragazza, per custodire il pudore e non mostrarti infilata in minigonne e pantacollant che ti mettono, forse inconsapevolmente, in vetrina. La ruggine delle delusioni, la tignola che ti si è piantata nella mente e ti fa essere terrorizzato di restare solo, ti hanno gettato nel branco, e hai ceduto ai compromessi, e vivi come tutti gli altri, e fai di tutto perché non ti abbandonino. E tu anziano, che sei più vicino al Cielo, è qui che stai accumulando? I tuoi pensieri sono rivolti allo Sposo che si avvicina? Ti stai preparando alle nozze? Pregando per chi, durante la vita, ti ha fatto del male; digiunando per scacciare il ladro che ti vuol rubare la speranza della vita eterna e ti vuole inchiodata ai risentimenti per genero e nuora. Stai cercando l'occasione propizia per riconciliarti con loro e così poter partire libero e senza debiti con nessuno? Stai accumulando i tuoi tesori in cielo, ora che è vicino il momento per gustarne con pienezza le meraviglie di cui essi sono segno e profezia sulla terra? E' un tesoro accumulato in cielo dover chiedere agli altri, spezzettare l'orgoglio e non intestardirsi, accettare di essere tornati come bambini, nella gioia delle parole di Gesù che illuminano proprio questi momenti difficili che sei chiamato a vivere: "se non ritornerete come bambini, non entrerete nel Regno dei Cieli"! E' un tesoro che puoi accumulare nel Cielo tutto quanto ti sta facendo piccolo, la memoria che ti ha abbandonato, la sordità che ti isola e devi tenere il televisore a tutto volume suscitando le ire dei vicini, la vista che si abbassa, l'incontinenza e la prostata, le malattie e il femore che si è rotto e ti costringe a letto, la precarietà di una pensione da fame, l'essere lasciato in disparte a fissare fuori dalla finestra; è il cammino che ti farà passare per la porta stretta  che conduce alla vita eterna! Stai accumulando il tesoro della vecchiaia offrendo tutto a Dio unito a Cristo per i figli e i nipoti, per chi ti ha fatto del male? Oppure non chiedi niente a nessuno, piuttosto morto... Non mormori, giudichi, e a ogni occasione ti lamenti con tutti esigendo giustizia? Ammettilo, non pensi al Cielo e, per questo, non accumuli i tuoi tesori lassù. Si vede nei tuoi occhi che c'è tenebra nel cuore; e si spande sulle labbra, dischiuse sempre a sgranare il rosario dei tuoi acciacchi. Sei chiuso in te stesso, non diverso da un giovane che offre tutto a se stesso. Il demonio ti ha sottratto anche la memoria delle Grazie ricevute durante la vita; quanto tempo è che non vai al tabernacolo, o non ti chiudi in camera per ringraziare il Signore dei tanti suoi benefici? Tanto vero? E i soldi, si quel piccolo gruzzoletto che nessuno conosce, tutti seppelliti bene in qualche banca, accumulati per il funerale e due metri quadri di fornetto, perché se no nessuno ci pensa. Terra, terra, terra anche per te, come quella che sarà spalata sulle bare di ciascuno di noi, perché, senza conversione e senza credere al vangelo polvere siamo e polvere torneremo. "La lucerna del corpo è l'occhio; se dunque il tuo occhio è chiaro, tutto il tuo corpo sarà nella luce": ciò significa che se fissiamo il Cielo con fede, se esso è aperto sopra di noi attraverso l'annuncio del Vangelo, vi possiamo contemplare il nostro destino e quello della nostra famiglia, di ogni uomo! Allora anche il corpo con il quale riveliamo la pienezza del cuore, sarà nella luce. Se accumuliamo il tesoro in Cielo allora la luce della gioia e della pace risplenderà attraverso la nostra vita. La gioia e la pace che sono i frutti della Pasqua. Ma se non abbiamo mai fatto veramente Pasqua con Cristo, se non ci siamo sentiti perdonati e amati così come siamo, se lo abbiamo dimenticato rinunciando a fare memoria di Lui e del suo amore nella liturgia e nel cammino con la Chiesa, allora è impossibile avere uno sguardo luminoso, e continueremo ad accumulare tesori per la corruzione della terra. Non possiamo, infatti, accumulare i nostri tesori in un luogo che non conosciamo o che non ricordiamo. Chi affiderebbe i propri soldi a un banchiere sconosciuto e di cui non può aver fiducia? Dunque Gesù, invitandoci ad "accumulare tesori in Cielo" ci sta dicendo di avere fede in Lui! Di accoglierlo oggi, perché nelle parole di questo Vangelo appare ancora una volta Lui, che ha accumulato in Cielo il suo tesoro più prezioso, ciascuno di noi, tu ed io. Sì, noi siamo per Gesù più preziosi di se stesso, della stessa sua natura divina. Non l'ha ritenuta, infatti, una preda da difendere, ma se ne è spogliato, per assumere la natura di servo. Ha umiliato se stesso per prenderci laggiù nelle profondità della terra dove abbiamo accumulato i nostri tesori e seppellito le Grazie e la primogenitura, i fratelli e i beni che ci erano stati donati. Ha umiliato se stesso sino alla morte più infamante, perché nessuna infamia, quella che stiamo subendo oggi e ci incupisce lo sguardo, potesse più nuocerci. Ci ha fatti il suo tesoro per diventare il nostro tesoroCon i chiodi della Croce ci ha sigillati nel suo cuore, perché noi potessimo accoglierlo nel nostro cuore. Ci ha presi dagli abissi della morte per riportarci in Cielo. Ci ha perdonato, ci perdona, oggi ora, per riportare, con noi, anche tutti i nostri tesori in Cielo, dove "né tignuòla né ruggine consumano, e dove ladri non scassinano e non rubano". Lassù ha deposto il nostro matrimonio, alla destra del Padre farà anche oggi sedere i tuoi figli, nell'incorruttibiltà del suo amore introduce anche te, impaurito dalla vecchiaia. Il tesoro di Cristo è ora nei Cieli, tu ed io e ogni frammento della nostra vita. Come non issare nello stesso posto anche il nostro cuore, come non accogliere il Signore come il nostro tesoro più prezioso e affidargli tutti gli altri perché li custodisca nei suoi forzieri celesti? E' difficile, impossibile all'uomo tentato e attratto dalla terra... Ma c'è la Chiesa, la nostra Madre. Come la Vergine Maria ci insegna a meditare e custodire nel cuore tutto quello che non comprendiamo, anche i tesori che il demonio vorrebbe portarci via. Perché se il cuore è laddove è il nostro tesoro più grande, allora potremo camminare sicuri anche in mezzo alle tempeste. Nessuna sorpresa, nessuna paura di fronte ai ladri, perché la vita che non muore e non si esaurisce è sempre pronta ad essere donata. Pur essendo derubati mille volte al giorno, non potremo mai perdere ciò che non ha fine e non è opera nostra, l'amore infinito di Gesù. Siamo chiamati ad essere dispensatori di misericordia, con uno sguardo celeste e di pace su chiunque bussi al nostro cuore; gratuitamente abbiamo ricevuto, gratuitamente restituiamo a Dio dando a chi ci chiede, senza avarizia e con magnanimità. Marito, moglie, suocera, collega, tutti coloro che il Signore ha posto al nostro fianco sono i "tesori" affidati alle nostre cure perché siano "accumulati in Cielo". Ogni giorno è un cantiere aperto dove la Croce che ci attende è la gru attraverso la quale issare in Cielo il nostro prossimo. Su di essa, nudi e liberi, possiamo amare davvero, offrendo i nostri beni, il denaro e il tempo, i criteri e i progetti, il nostro io e la nostra volontà, per aprire un varco sulla "terra" dove tutti "accumulano" tesori per vederli inesorabilmente corrompersi ed essere derubati. Crocifissi con Cristo siamo inviati nella storia quotidiana a mostrare a tutti il cammino della Vita autentica: chi è libero dal denaro e da tutto ciò che ad esso è legato - prestigio, successo, invidie, lotte senza quartiere per accumulare e difendere - è una goccia d'acqua pura e trasparente che riflette la Patria della libertà, il Paradiso dove l'unica legge è l'amoreSolo uomini realmente liberi sanno generare e diffondere la libertà piena capace di attirare e coinvolgere gli schiavi in un cammino di liberazione. Chiunque si avvicinerà ai fratelli di Cristo potrà ricevere o anche derubare l'amore che essi ricevono gratuitamente da Colui che non si è difeso di fronte alle rapine, che ha preso su di sé i peccati che gli hanno strappato a brandelli ogni centimetro di vita. Perdonati, risanati e colmati di Lui, siamo inviati anche oggi a lasciarci spogliare dei beni di questo mondo, che sono i tentacoli del ladro che spengono lo sguardo nella tenebra dell'inganno carnale. E a rivestire di misericordia questa generazione, consegnando con Cristo al Padre i "tesori" strappati alle fauci della terra. Purificati alla fonte, il nostro sguardo sarà, come quello di Santo Stefano sotto la fitta sassaiola, uno sguardo d'angelo che contemplava il suo tesoro nel Cielo, un riflesso del Destino vero che attende ogni uomo; vivendo nella luce della Pasqua, saremo capaci di guardare con pace e fede anche alle pietre che il demonio ci scaglierà contro, perché chi ha il "tesoro in Cielo", non solo non teme di staccarsi dalla "terra", ma, radicato nell'esperienza delle primizie celesti, desidererà ardentemente di partire per gustarle eternamente e pienamente. E condurvi misteriosamente i tanti Paolo accucciati ad approvare la nostra lapidazione.


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