2 ottobre. Santi Angeli Custodi




αποφθεγμα Apoftegma

Gli angeli hanno cura della nostra salvezza 
e la procurano con diligenza,
ma senza ansia, apprensione e fretta;
la cura e la diligenza sono espressione della loro carità,
mentre l'ansia, l'apprensione e la fretta
sarebbero contrarie al loro stato di beatitudine;
poichè la cura e la diligenza possono essere compagne della serenità 
e della pace dello spirito;
non così l'ansia, la preoccupazione, e ancor di meno,
l'angustia precipitosa.

San Francesco di Sales, Filotea, III, X







L'ANNUNCIO
Dal Vangelo secondo Matteo 

 In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?». Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me. Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli»







  
Custoditi dagli Angeli perché siamo il tesoro più prezioso di Dio 


La Festa degli Angeli Custodi che celebriamo oggi, come sale versato su una ferita, fa risuonare in noi questa domanda: chi ti ha “disprezzato”? Chi ha “pensato contro” di te? Chi cioè, ti ha guardato, giudicato, pesato, per stabilire che non vali, che sei fuori mercato, senza prezzo? Perché, nel fondo, pensi così di te stesso, o no? Che magari sei fuori catalogo, il tuo modo di parlare è datato, non lo capisce più nessuno; il tuo fisico è impossibile da vestire, viste le taglie degli abiti che ormai si vendono nei negozi. Per i tuoi figli sei solo di inciampo, per i tuoi genitori di sicuro sei il figlio venuto male. Per gli amici il tonto di turno, mai all’altezza delle aspettative del marito, neanche una volta al tempo con i desideri e i bisogni della moglie. Anche se sempre in tiro per non deludere il fidanzato o la fidanzata, alla fine ti ritrovi con quel complesso di inferiorità che ti pesa come un macigno e ti scaraventa nell’ansia di perdere l’altro. Per favore prenditi un momento, siediti, se puoi vai in una chiesa, mettiti in ginocchio davanti al Santissimo, e lascia che questa domanda scenda nel profondo del tuo cuore: chi mi ha disprezzato al punto di farmi credere che valgo pochissimo o nulla? Sono persuaso che il Signore, proprio per mezzo dei suoi Angeli inviati per proteggerti, vuole condurti oggi nel fondo di te stesso, dove satana - l’accusatore, il pubblico ministero del processo contro Dio e le sue creature molto buone – ha seminato la menzogna con cui ti ha fatto credere di non valere. Ma come ha fatto a ingannarti? Mentendoti su Dio, quando, in una difficoltà, nella sofferenza e nella debolezza, ti ha insinuato che non ti amava, perché permetteva quella situazione, e ti aveva creato così fragile e impotente. Ma se accettiamo che Dio non ci ama perdiamo immediatamente il valore della nostra vita, che ci viene appunto dal suo amore. Ogni uomo, infatti, vale in relazione a un tu che lo costituisce come io. Non possiamo darci da soli l’identità, men che meno il valore. Come diceva l’iniziatore del Cammino Neocatecumenale Kiko Arguello alla manifestazione in favore della famiglia dello scorso 20 giugno, per essere persona abbiamo bisogno di un “Regista” che ci dia un’identità che è il ruolo - missione da interpretare sulla scena del mondo; altrimenti restiamo come uno dei “Sei personaggi in cerca d’autore” di Pirandello, magari il figlio che verso la fine afferma al capocomico: “le par possibile che si viva davanti a uno specchio che, per di più, non contento d'agghiacciarci con l'immagine della nostra stessa espressione, ce la ridà come una smorfia irriconoscibile di noi stessi?”. Così Pirandello presentava la sua opera: «Ho voluto rappresentare sei personaggi che cercano un autore. Il dramma non riesce a rappresentarsi appunto perché manca l’autore che essi cercano; e si rappresenta invece la commedia di questo loro vano tentativo, con tutto quello che essa ha di tragico per il fatto che questi sei personaggi sono stati rifiutati». Questa opera teatrale - che vi invito a leggere e a guardare (vi lascio gli strumenti…) - rappresenta molto bene il dramma della nostra vita; come per i sei personaggi infatti, anche la nostra storia autentica ci sembra scritta ma mai rappresentata, perché, come afferma uno dei sei, il padre, “l’autore che ci creò, vivi, non volle, poi, o non poté materialmente metterci al mondo dell’arte. E fu un vero delitto […] perché chi ha la ventura di nascere personaggio vivo può ridersi anche della morte. Non muore più!». E’ proprio quello che il demonio è riuscito a farci credere: non valiamo nulla perché Dio ci ha abbandonato dopo averci creati; orfani dell’amore che ci darebbe la vita, siamo condannati a morte come dei personaggi incompiuti e obbligati a cercare in se stessi un ruolo “grande” per sfuggire all’oblio. Il fallimento di ogni tentativo di darci un’identità ha aperto le porte del nostro cuore al disprezzo del demonio, che trova accoglienza nel risentimento e nella frustrazione, al punto di indurci al suicidio, come avviene nell’opera di Pirandello. Perché il disprezzo è un veleno che uccide goccia a goccia, impedendo che la nostra vita si compia nell’amore.

Ma oggi, al fondo del disprezzo che tiene schiavo il nostro cuore, giungono gli Angeli inviati da Dio per “custodirci” dal demonio con l’annuncio del suo amore infinito. Il Vangelo, infatti, è la “spada dello Spirito Santo” con cui possiamo combattere contro il nemico, perché in esso risplende la Verità: il Padre non ha abbandonato la sua creatura, anzi, la ha amata sempre, anche quando, sedotta dal serpente, ha abbandonato il suo Creatore. Fratelli, se ci sentiamo ancora strangolati dal disprezzo, significa che abbiamo smesso da molto tempo di ascoltare gli angeli che ci predicano la Buona Notizia. Non solo quelli in carne ed ossa che Dio manda ogni giorno alla nostra vita: pastori, catechisti, genitori, fratelli. Dobbiamo confessare che forse non pensiamo mai agli Angeli Custodi, i "ministri della divina premura per ogni uomo. Dall’inizio fino all’ora della morte, la vita umana è circondata dalla loro incessante protezione" (Benedetto XVI). Hai pregato oggi il tuo angelo custode? Hai pregato quello di tuo marito o di tua moglie, dei tuoi figli? E’ da quando eravamo bambini che non lo facciamo, vero? Allora pregavamo come ci aveva insegnato la mamma: "angelo di Dio che sei il mio custode, illumina, custodisci, reggi e governa me, che ti fui affidato dalla Pietà Celeste. Amen". Che profondità questa preghiera! Ci rivolgiamo a colui che ci può “custodire”, capite? Significa che siamo preziosi, perché si “custodisce” solo ciò che vale, l’immagine e la somiglianza con Dio che ci dà un’identità unica e meravigliosa. Siamo tanto preziosi che Dio manda per ciascuno di noi una speciale e invincibile “guardia del corpo” che, oltre a proteggere i nostri passi dai pericoli per l'incolumità fisica, ci è accanto per “illuminarci” con il Vangelo che ha il potere di polverizzare la menzogna del demonio e così, alla sua luce, possiamo discernere passo dopo passo la volontà di Dio, che è l’incarnazione del suo amore infinito per noi; per “reggere” il nostro corpo e il nostro spirito affinché non si pieghino sotto le insidie del maligno; per “governare” il nostro cuore affinché ci consegni senza riserve al nostro Sposo. Sì fratelli, perché gli Angeli Custodi sono per noi come le damigelle d’onore che accompagnavano e scortavano la Sposa nel corteo nuziale. Ai tempi di Gesù, l’ultima parte delle nozze, si chiamava “nishu'in”, che deriva dal verbo “nasha'”, che significa “elevare” o “alzarsi”. La sposa, infatti, anticamente era condotta alla cerimonia su un seggio sollevato da aste di legno. Come ogni promesso Sposo in Israele, Gesù è uscito dalla casa del Padre e, dopo aver pagato per noi il prezzo della sua vita, è venuto a “rapirci” di notte per “farci sua Sposa per sempre nella giustizia e nel diritto, nella benevolenza e nell’amore, e fidanzarci nella fedeltà” (Cfr. Os 2, 21-22). Come suggerisce il verbo ebraico usato unicamente per una ragazza vergine, Dio distrugge nel suo amore ogni peccato che ci ha fatto vergognare e disprezzare. Nella Chiesa, infatti, ci ha promessi a un unico Sposo come vergine casta e senza ruga né macchia, avendo lavato ogni nostra sozzura nel sangue dell’Agnello. Siamo preziosi perché non è possibile fissare il prezzo della vita di Cristo che ci ha riscattati dal peccato. Rinati nel grembo della Chiesa, la nostra vita è un cammino che Cristo ci chiama a fare accanto a Lui verso il compimento delle nozze nel Cielo. Lui con i suoi amici, gli apostoli, ci ha “rapiti” dalle mani del demonio, e ora possiamo camminare in una vita nuova, scortati dalle damigelle d’onore che sono gli Angeli che il Padre invia perché non cadiamo allontanandoci dallo Sposo. Essi ci “illuminano” proprio come facevano le amiche della Sposa con le torce senza le quali, a quel tempo, di notte non si poteva andare da nessuna parte. Fratelli, siamo noi i “piccoli che credono in Cristo”, la Sposa meravigliosa che cammina “appoggiata (questo significa “fede”) al suo Diletto”, nessuno può “disprezzarci” perché i nostri angeli che ci scortano “vedono sempre la faccia del Padre che è nei Cieli”; ci vedono cioè già in paradiso, come riflessi attraverso di loro perché, salendo e scendendo sulla scala che unisce la terra al Cielo, ci illuminano con il riverbero del volto di Dio che non smettono di contemplare, ma riflettono la nostra immagine in Cielo, nel cuore del Padre, come aveva scoperto Dante. Per questo possono accompagnarci lungo il cammino verso la stanza nuziale dove ci uniremo allo Sposo per l’eternità. Ci “custodiscono” e “reggono” perché restiamo con Lui sulla “Lettiga del Re Salomone” (cfr Ct. 3,5) ovvero il letto d’amore dove Gesù ci crocifigge con Lui per condurci al Cielo. Su di essa Gesù “trasfigura il nostro piccolo, misero, tapino corpo dell’umiliazione per farne un corpo di gloria” (cfr. Fil. 3,20)! Al colmo del disprezzo del mondo, quando cioè sembra che tutto stia fallendo miseramente, la Croce distrugge ogni presunta “grandezza” e ci fa “piccoli” per accogliere il valore, la bellezza, la pienezza, la Gloria con cui Dio ha colmato il suo Figlio. Sulla Lettiga, infatti, “un baldacchino si è fatto il re Salomone, con il legno del Libano”, il cui “centro è un ricamo d’amore delle fanciulle di Gerusalemme”: proprio al centro della Croce Gesù ha “acceso” (secondo l’ebraico originale tradotto con “ricamo”) il suo amore, unendoci alla sua bellezza nella trama della storia. E’ allora necessario “custodire” questo “ricamo” dal demonio che appare sempre sotto la Croce per indurci a scendere: per questo “sessanta prodi le stanno intorno, tra i più valorosi di Israele. Tutti sanno maneggiare la spada, sono esperti nella guerra; ognuno porta la spada al fianco contro i pericoli della notte”. Questi prodi sono gli Angeli Custodi che con la “spada” della Parola di Dio ci proteggono nelle notte delle tentazioni. Possiamo stare tranquilli fratelli, perché gli angeli custodi "non possono essere sconfitti né sedotti e tanto meno sedurre, essi che ci custodiscono in tutte le nostre vie. Sono fedeli, sono prudenti, sono potenti. Perché trepidare? Soltanto seguiamoli, stiamo loro vicini e restiamo nella protezione del Dio del cielo" (San Bernardo).












QUI UN ALTRO COMMENTO E GLI APPROFONDIMENTI





Il più grande dei comandamenti, il più grande nel Regno dei Cieli... Chi seguiva e si avvicinava al Signore non aveva molta fantasia. Come il cuore di ciascuno di noi, monotono e sempre in cerca di qualcosa per cui appassionarsi: risultati, misure da esibire, cifre e numeri a stabilire il perimetro della propria presenza; più "conti" e più sei grande, e addio paura della fine... Dietro a questa frenesia di sapere chi e che cosa sia il più grande, si cela infatti l'interrogativo al quale nessuno sa rispondere: esiste il Cielo o finisce tutto qui? Gesù ci conosce e così, invece di rivelare chi sia il più grande, indica un cammino e una soglia che annunciano l'unica risposta che conta: il Cielo esiste, e possiamo entrarvi. Ma occorre convertirci e abbandonare i criteri adottati sinora. Eh sì, perché nel Regno dei Cieli si entra solo se si diventa tanto piccoli da passare inosservati

Impossibile. In ricerca perenne di affetti, gratificazioni e stima che ci "ingrassino" al punto che nessuno ci possa togliere dalla scena, neanche con una gru... E invece è proprio una gru a prenderci dal centro dell'attenzione secondo il mondo per metterci "in mezzo" secondo Dio. La carne e il demonio che ci spingono a brigare per attirare l'attenzione ci sbattono sì "in mezzo", ma come l'adultera, per essere seppelliti sotto i sassi di un'inappellabile condanna. Per questo 
la gru è l'unica salvezza: ci strappa dalla morte che meritiamo, dal divorzio, dalla fine di un'amicizia, dalla rottura con i figli, dalla disperazione e dalla frustrazione; essa, infatti, è la Croce dove il Signore si è fatto mettere "in mezzo" proprio dove era stata trascinata la peccatrice. Proprio dove siamo noi, gonfi di orgoglio. E lì ci abbraccia, come una madre fa con il suo bambino, ci attira a sé con il gancio delle sue mani trafitte d'amore, per catapultarci in una vita nuova. Non solo ci salva perdonandoci, ma ci "mette in mezzo" con Lui per strappare a nostra volta i tanti peccatori a cui siamo inviati. 

Forse non lo sospettiamo che la miglior cura dimagrante è digiunare con Cristo sulla Croce. Altro che jogging e palestra, l'unico fitness club che ha risultati garantiti nel tempo è il Golgota. Solo qui, infatti, si sale sulla Croce e vi si distendono le braccia, gli unici esercizi che fanno davvero dimagrire dalla superbia. Non devi neanche cercarlo, è a casa tua, in famiglia. Lo trovi in ufficio, a scuola, ovunque. Niente quote associative, è tutto gratis, perché il personal trainer è proprio personal, ti insegna tutto facendo ogni esercizio con te. Anzi, lo fa in te, diventando la tua mente, il tuo cuore, le tue mani, le tue gambe.

Sino ad oggi forse ci abbiamo provato, anche con vari metodi religiosi. Un corso biblico, l'impegno in qualche attività, ritiri spirituali e molto altro. Molte altre risorse che la Chiesa ci mette a disposizione. Ma non ci sono bastati. Hanno acceso un desiderio di umiltà e verità, la speranza di una vita nuova, ma non si può pensare di andare in autostrada solo con la spinta del motorino di accensione. Occorre mettere la prima, poi la seconda, fino alla quinta. Si deve riempire il serbatoio di benzina, e bisogna saper guidare, perché potrebbe piovere, e gli imprevisti sono sempre dietro l'angolo. Fuor di metafora, se abbiamo tentato molto raccogliendo poco, probabilmente è perché, nel fondo, lo abbiamo fatto da soli, confidando nei nostri propositi. Ma da soli non si va da nessuna parte. Al Regno dei Cieli si arriva con i fratelli, camminando con un Popolo e guidati dalla Chiesa.

L'uomo, infatti, "nel suo amore verso il bene, è indebolito da molte passioni che si trovano nella sua anima. E' quindi necessaria all'uomo la custodia degli angeli" (San Tommaso d'Aquino). Il loro sguardo è fisso sul volto del Padre nel quale riconoscono il riflesso di ogni suo figlio. E chi sono questi angeli? Innanzitutto gli apostoli che ci annunciano il vangelo e i pastori che ci custodiscono nel cammino di fede. Poi sono i fratelli che ci amano davvero, che hanno a cuore il nostro bene, e ci rimproverano, ammoniscono, incoraggiano.

Ma anche loro non bastano; potrebbero distrarsi, o anche sbagliare; sono uomini, assistiti dallo Spirito Santo, ma pur sempre uomini. S
ul Golgota c'è sempre l'invidioso che non vorrebbe vederti dimagrire. Il demonio è lì per spingerti a lasciar perdere. Per questo Dio ha provveduto per noi dei bodyguards invincibili. Come i buttafuori sanno allontanare ogni intrusione malvagia, inganni e pericoli, ventiquattro ore su ventiquattro. Sono angeli custodi che ci proteggono oltre le capacità umane. In tutto. Essi sono "ministri della divina premura per ogni uomo. Dall’inizio fino all’ora della morte, la vita umana è circondata dalla loro incessante protezione" (Benedetto XVI). 


Confessiamolo, ci pensiamo poco, pochissimo, forse mai. Pregarli poi.... Da bambini forse pregavamo come ci aveva insegnato la mamma: "angelo di Dio che sei il mio custode, illumina, custodisci, reggi e governa me, che ti fui affidato dalla Pietà Celeste". Ma avete mai colto la profondità di questa preghiera? Illumina la volontà di Dio per la mia vita, istante dopo istante; custodisci ogni mio pensiero e sguardo, le mie labbra e le mie membra perché non si pieghino al male; reggi il mio corpo perché non cada in peccato; governa la mia vita perché non scelga il male ma sempre il bene. E si potrebbe continuare...

Perché temere allora? Accanto alla Chiesa terrestre che ci accompagna, ci sono gli angeli custodi che ci proteggono con amore. Esistono davvero, possiamo parlarci, invocarli, confidarci con loro in piena fiducia. Il Vangelo ci annuncia che essi ci vedono già in paradiso, per questo possono accompagnarci lungo il cammino di ritorno a casa: sono inviati "per custodirti sul cammino e per farti entrare nel luogo che ho preparato"Come sul Moria, essi vedono sempre l'Agnello che si è immolato per noi, e fermano la mano di Abramo levata per sacrificarci; il Padre li invia proprio perché sanno quello che è scritto sul suo volto, conoscono la sua volontà: ci conducono nella fede di Abramo, della Chiesa, ci legano alla volontà di Dio come Isacco, perché in noi si dia la Pasqua di Cristo. Sanno persuaderci come fecero con il figlio prodigo, ricordandoci la nostra dignità; ci custodiscono distogliendoci dalla menzogna dell'orgoglio, perché nessuno di noi abbia più a disprezzarsi. Sì, sono custodi dell'opera di Dio in ciascuno, la difendono dalle menzogne demoniache che ci vorrebbero spingere a rifiutare la storia che Dio ha preparato per noi. Ciascuno ha un angelo "personale", che, oltre a proteggere i nostri passi dai pericoli per l'incolumità fisica, è il messaggero che ci trasmette la Buona Notizia, come Gabriele fece con la Vergine Maria. Così, nell'intimo, ci custodiscono dai pensieri malvagi che il demonio ci vorrebbe insinuare per distogliere da Dio e dalla sua volontà. 

Ecco, gli angeli custodi ci prendono per mano e ci accompagnano per aiutarci a seguire le orme di Gesù che ci conducono a perdonare e a offrire noi stessi in ogni circostanza. Sono pronti a confortarci nel Getsemani dove lottiamo ogni giorno per non fare la nostra volontà. Loro ci proteggono illuminando la verità, e ci ripetono che la nostra vita è quella di Gesù! "Amiamo affettuosamente gli angeli di Dio, come quelli che saranno un giorno i nostri coeredi, mentre nel frattempo sono nostre guide e tutori, costituiti e preposti a noi dal Padre. Ora, infatti, siamo figli di Dio. Lo siamo, anche se questo attualmente non lo comprendiamo chiaramente, perché siamo ancora bambini sotto amministratori e tutori e, conseguentemente, non differiamo per nulla dai servi. Del resto, anche se siamo ancora bambini e ci resta un cammino tanto lungo e anche tanto pericoloso, che cosa dobbiamo temere sotto protettori così grandi? Non possono essere sconfitti né sedotti e tanto meno sedurre, essi che ci custodiscono in tutte le nostre vie. Sono fedeli, sono prudenti, sono potenti. Perché trepidare? Soltanto seguiamoli, stiamo loro vicini e restiamo nella protezione del Dio del cielo" (San Bernardo).


APPROFONDIMENTI
Nel nome del Signore,
Dio d’Israel, sia
Michael alla mia destra,
Gabriel alla mia sinistra,
dinanzi a me Uriel,
dietro a me Raphael,
e sopra la mia testa
la divina presenza di Dio
(preghiera ebraica)







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