XII Domenica del Tempo Ordinario. Anno C















L'ANNUNCIO


Dal Vangelo secondo Luca 9,18-24. 

Un giorno, mentre Gesù si trovava in un luogo appartato a pregare e i discepoli erano con lui, pose loro questa domanda: «Chi sono io secondo la gente?». 
Essi risposero: «Per alcuni Giovanni il Battista, per altri Elia, per altri uno degli antichi profeti che è risorto». 
Allora domandò: «Ma voi chi dite che io sia?». Pietro, prendendo la parola, rispose: «Il Cristo di Dio». 
Egli allora ordinò loro severamente di non riferirlo a nessuno. 
«Il Figlio dell'uomo, disse, deve soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, esser messo a morte e risorgere il terzo giorno». 
Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. 
Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per me, la salverà.»














αποφθεγμα Apoftegma


Siamo esuli, lontani da quella città 
dalla quale fummo cacciati per il peccato, 
dopo il quale non ci fu consentito di rimanervi; 
inoltre, siccome portiamo il peso della nostra mortalità, 
siamo impediti di tornarci. 
Dio però guardò al nostro peregrinare 
e colui che restaura Gerusalemme 
riparò quella porzione che era caduta. 
Come riparò la parte caduta? Raccogliendo i dispersi d'Israele. 
Una parte di lei cadde e divenne pellegrina. 
Dio vide con occhio di misericordia questa pellegrina 
e, senza che gli uomini lo ricercassero, si mise in loro ricerca. 
Come li ricercò? Chi mandò nel luogo della nostra prigionia? 
Mandò il Redentore, secondo la parola dell'Apostolo: 
Dio inculca il suo amore per noi, poiché Cristo è morto per noi 
quando eravamo ancora peccatori
A noi prigionieri mandò dunque il Redentore, 
nella persona del suo Figlio, e [gli] disse: 
Pòrtati la borsa, mettici dentro il prezzo di quei prigionieri. 
Ed egli si rivestì della carne mortale; 
e nella carne c'era il sangue che avrebbe versato 
e col quale saremmo stati riscattati. 
Con quel sangue raccolse i dispersi d'Israele. 
E se lui raccolse i dispersi dei tempi antichi, 
quanto non ci dobbiamo preoccupare noi 
per raccogliere quelli che adesso sono ancora dispersi? 
Se furono raccolti quei dispersi affinché, 
usati dall'architetto, fossero adibiti alla costruzione dell'edificio, 
come non bisognerà raccogliere quegli altri 
che per inquietudine sfuggirono di mano all'architetto stesso? 
Il Signore ricostruisce Gerusalemme. 
Ecco chi è colui che lodiamo, 
colui che dobbiamo lodare per tutta la vita. 
Il Signore ricostruisce Gerusalemme raccogliendo i dispersi d'Israele.
Come li raccoglie? Cosa fa per raccoglierli? 
Egli risana quelli che hanno il cuore spezzato. 
Ecco come, vengono raccolti i dispersi d'Israele: 
risanando coloro che hanno il cuore spezzato. 
Chi non spezza il cuore non viene risanato. 
Che significa: spezzare il cuore? Sappiatelo bene, o carissimi, 
e praticatelo affinché possiate essere risanati. 
Egli dunque sana chi ha il cuore spezzato 
nel senso che sta loro vicino per risanarli.
Chi son coloro che spezzano il cuore? Gli umili. 
E coloro che non lo spezzano? I superbi. 
Comunque, il cuore spezzato viene guarito, 
il cuore gonfio d'orgoglio viene abbattuto. 
Anzi, con probabilità, se viene abbattuto è proprio perché, 
una volta spezzato, possa essere guarito. 
In altre parole risana gli umili di cuore coloro che confessano, 
che si puniscono, che si giudicano con severità 
per poter sperimentare la sua misericordia.
Non arrossire! spezza piuttosto il tuo cuore, poiché Dio risana chi è contrito.
Sana dunque i contriti di cuore, cioè coloro che hanno il cuore spezzato, 
e la salute del cuore sarà perfetta quando si sarà realizzata 
anche la trasformazione del corpo che ci è stata promessa. 
Nel frattempo cosa fa il medico? 
Fascia le tue fratture, affinché tu possa raggiungere la più completa stabilità, 
nell'attesa che si consolidi ciò che è spezzato e fasciato. 
Cosa sono queste fasciature? Sono i sacramenti di ordine temporale. 
Sì, sono fasciature a rimedio delle nostre fratture 
i sacramenti temporali che nel frattempo usiamo 
e da cui traiamo consolazione. 
Tutti questi nostri discorsi, le tante parole che risuonano e passano, 
tutto ciò che nella Chiesa si compie di portata temporale, 
son fasciature per le fratture. 
In effetti, come il medico quando l'infermo è perfettamente guarito 
gli toglie la fasciatura, così è di noi. 
Nella città celeste, Gerusalemme, quando saremo diventati uguali agli angeli,
Raggiunta la piena salute, saranno tolte, 
ma a questa pienezza di salute non si arriverebbe 
se prima non fossimo stati fasciati. 
Egli dunque sana i contriti di cuore, e fascia le loro fratture.

S. Agostino. Commento al Salmo 142



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